Brexit, meno uno

Prendere le distanze da Farage

La profezia di Nigel Farage sul destino dell’Europa era composta di due parti e la prima, bisogna riconoscere, si è avverata: l’elezione della Raggi a sindaco di Roma. La seconda parte, però è un po’ più rilevante e riguarda il voto di domani, sul destino della Gran Bretagna, Lo scarto, testimoniato dagli ultimi sondaggi è tale per cui è possibile che anche nel caso di una sconfitta, Farage possa considerarsi comunque un vincitore. E’ contro l’Inghilterra nell’Unione europea dagli anni ’90 e quasi la metà della popolazione britannica oramai la pensa come lui. Ma a Beppe Grillo, cosa gliene verrebbe dall’uscita dell’Inghilterra dall’Unione europea? Questo continuo essere chiamato in ballo dal suo alleato, quando il capo del movimento 5 stelle ha ben altre cose di cui occuparsi, mostra la debolezza della posizione di Brexit: non si vuole far pensare che sia solo sostenuta nell’esclusivo interesse inglese, quale una nostalgia di predominio coloniale passato, piuttosto che un’esigenza condivisa anche in atre parti dell’Europa. No, Brexit è solo nell’interesse inglese, un interesse piuttosto miope anche, perché, si, l’Inghilterra magari se la caverà benissimo da sola, ma Farage può solo più sognare la grandezza imperiale di un tempo, nel mondo sviluppato di oggi. Non si capisce invece perché Grillo dovrebbe avere un qualche interesse in Brexit e in prospettiva della fuoriuscita di altri paesi del nord dell’Unione europea. L’Italia diverrebbe ancora più debole e con carichi gravosi senza una cornice unitaria su cui contare. Un conto è dire che l’Europa non funziona e che se ne debbono ridiscutere le fondamenta, un altro pensare di mandare tutto a catafascio, soprattutto davanti ad una prospettiva di governo nazionale che per la prima volta i 5 stelle accarezzano con una qualche possibilità. Mentre Farage potrebbe diventare il legittimo primo ministro di un’Inghilterra fuori dall’Europa, rivendicare la presidenza del consiglio in Italia, quando l’Europa va a pezzi non sarebbe proprio un grande vantaggio o un grande prestigio. Grillo farebbe bene a prendere in fretta le distanze da Farage se non altro perché i reciproci interessi, non sono più convergenti.

Roma, 23 giugno 2016